La casa di terra è un esempio di architettura povera testimonianza dell’antica tecnica di murare con la terra impastata alla paglia, la costruzione attuale risale agli inizi del Novecento. Tale tecnica costruttiva è di origine medievale e ospitava le famiglie dei mezzadri e di lavoratori stagionali
...Le Marche possono vantare importanti testimonianze dell’antica tecnica di murare con la terra impastata alla paglia. Di quest’antichissima e affascinante architettura ne troviamo riferimenti ufficiali sin dall’epoca medioevale e rinascimentale, negli statuti comunali, nelle mappe catastali, nei toponimi e nei cognomi. Queste costruzioni hanno modeste dimensioni, a volte hanno solo il pianterreno, e l’abitato è contiguo alle stalle e alla cantina, altre volte hanno due piani, con una scala che li collega. In questo caso gli ambienti di lavoro sono al piano inferiore e le stanze abitate sopra. Si riconoscono, anche se sono intonacate, perché hanno le finestre piccolissime, lo sperone dei muri perimetrali, la disposizione delle stanze interne è irregolare e i vani sono stretti e bassi.
Per costruire le case di fango, si utilizzavano argilla e paglia. La paglia era unita alla terra e all’acqua e si pestava con i piedi nudi in una buca, o vi si facevano dei mattoni “crudi”. Un altro elemento di cui si faceva largo uso e che si reperiva in quantità era lo sterco di vacca, quello che per usare un eufemismo era chiamata “vil materia”. Uniti i due o i tre elementi si otteneva il “maltone”, termine molto antico con cui s’indica sia la malta sia la tecnica costruttiva. Con la terra cruda e con la paglia si facevano i maltoni quindi, chiamati anche massoni che altro non erano che grossi pani del peso di 7-8 chili: montandoli uno sull’altro si realizzava il muro di terra, e con altrettanta malta, se ce n’era bisogno, si legavano fra loro. Disposti a “coltello”, cioè leggermente inclinati e in senso inverso strato dopo strato, si otteneva un muro a “spina di pesce” che dava più stabilità alla costruzione. Ostra Vetere ha una tradizione di case di terra, interessantissima e ben documentata sin dal XVII secolo. La casa di terra di Ostra Vetere, in contrada molino, oggi diventata una delle case di terra più visitate delle marche settentrionali, apparteneva in origine “a certo Luigi Gregorini, coltivatore diretto, che l’aveva costruita intorno agli anni 1905¬ – 1910; è poi pervenuta attraverso vari passaggi alla famiglia Perlini, che l’ha abitata fino al 1957. Mantenutasi pressoché integra nella sua tipologia originaria, la casa ha una pianta rettangolare e si sviluppa su due piani, con un divisorio centrale che forma quattro ambienti distinti: la cucina e la stalla al piano terra e le camere dal letto al primo. Il collegamento tra i due livelli avviene attraver¬so una modesta scala in legno posta a ridosso dell’ingresso. Le murature’ verticali del manufatto risultano realizzate in malta di terra e paglia, con zoccolatura esterna in muratura di mattoni leggermente ‘a scarpa’. Il tetto, a capanna, poggia sulle strut¬ture perimetrali e, nella parte centrale, in corrispondenza del divisorio, su una trave di ripartizione in legno con puntone sulla mezzeria che interrompe la trave di colmo. Il solaio intermedio è realizzato in correnti e soprastante pianellato ‘a secco’.
La casa è stata acquistata dall’amministrazione comunale di ostra Vetere, alla fine degli anni ottanta, al prezzo di un milione di lire e successivamente restaurata dalla soprintendenza ai beni architettonici e ambientali di ancona. L’edificio, opportunamente segnalato da cartelli stradali, è aperto al pubblico tutto l’anno e visitabile gratuitamente.